Digitalizzazione delle immagini
I FORMATI DEI FILES GRAFICI
 (di Diego Lolli)

BITMAP  o RASTER

Il formato di rappresentazione per punti che abbiamo visto è definito BITMAP (o RASTER).

È particolarmente adatto per riprodurre fotografie, dipinti e tutte le immagini per le quali ogni punto è significativo e deve essere descritto da un singolo elemento indipendente.

IMMAGINI VETTORIALI

Per immagini più simili a disegni che a fotografie, è possibile definire la figura in termini matematici: oggetti geometrici di base, quali curve, cerchi, ellissi, rettangoli, rette, linee, ecc.. Tale tipo di rappresentazione di un’immagine si definisce vettoriale.

In tale formato è presente tutta l’informazione necessaria a riprodurre l’immagine, a prescindere dalle dimensioni, pertanto si elimina il problema legato al rapporto tra risoluzione e definizione (per ingrandire o ridurre la riproduzione basta agire sul sistema di coordinate). In più avrà un minor ingombro in termini di spazio di memoria occupato. Evidentemente non si presterà per rappresentare immagini composte da continue variazioni di colore, quali ad esempio le fotografie.

 

Vediamo quali sono i principali “formati” dei files grafici suddivisi in due categorie fondamentali:

  1. formati adatti alla stampa

  2. formati per la multimedialità e la visione in rete

Abbiamo visto come i dati inseriti nel computer vengono memorizzati all’interno di strutture logiche denominate “file” a cui deve essere assegnato un “nome” e una estensione o “formato” che li caratterizza.

TIFF (.tif): Tagged Image File Format  (1)

Si tratta di un formato molto versatile che permette di salvare le immagini in varie modalità: bianco e nero, scala di grigio, colori RGB, colori CMYK. Si può inoltre usare un sistema di compressione non distruttiva, che non elimina alcuna informazione né degrada la qualità dell’immagine chiamato LZW (Lempel-Ziv-Welch) e che riduce le dimensioni del file di circa il 50%.


da JPG a EPS

EPS (.eps): Encapsulated PostScript File

 

Impiegato inizialmente per i disegni vettoriali si è poi diffuso come standard anche per le immagini raster.

 

Affonda le sue radici nel linguaggio per stampanti PostScript.

Include nel file una anteprima, che può essere utile ma ne aumenta le dimensioni.

JPEG (.jpg): Joint Photographic Expert Group (1)

 

Ha una compressione con “perdita di dati”. La sua principale caratteristica è quella di poter scegliere il livello di compressione e di modulare quindi il rapporto tra qualità dell’immagine e dimensioni del file.

Compressione distruttiva significa che ad ogni nuovo salvataggio del file si produce una ulteriore compressione, e un ulteriore deterioramento dell’immagine.

È riconosciuto dalla maggioranza dei software di elaborazione e costituisce uno standard web per le immagini fotografiche.

Per le sue caratteristiche viene utilizzato come formato finale e non si presta a successive elaborazioni.


1° salvataggio


2° salvataggio

3° salvataggio

L’algoritmo che adotta opera per differenze su aree, quindi può riprodurre fedelmente, con ottimi rapporti di compressione, immagini con gradazioni e sfumature di colore, o ad “alto rumore” mentre risulta particolarmente distruttivo ed inadeguato nella rappresentazione di campiture uniformi.

Il formato .jpg risulta poco adatto per la compressione di scritte.
GIF (.gif):  Interchange Format

È un formato relativamente povero, in quanto riduce a 256 la gamma dei colori, utilizzando una codifica che si basa sul’uso di una  PALETTE.

Trova largo uso in Internet per la rappresentazione di elementi grafici come pulsanti, scritte, logo.

Permette inoltre di rendere gli oggetti “trasparenti” e di poterli quindi integrare con gli sfondi di una pagina web.

BMP (.bmp): Bitmap

Sviluppato per essere compatibile con tutte le applicazioni Windows.

Può salvare in bianco e nero , in scala di grigi, in scala di colore e in RGB, ma non in CMYK.

Non essendo dotato di compressione produce file di dimensioni consistenti.

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